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RICORDO

Ricordo
le mani grandi
di mio padre
rilasciate sul letto,
nocchiute propaggini
rivolte al cadere
del giorno.
In silenzio le guardavo
chiedendone
un moto improvviso
nello scandire lento della veglia.
Poi, al mattino,
debolmente piegate,
di biancore glabre,
sfiorate appena dalla luce
poggiata alle persiane.